Quality Assurance: cos’è, come funziona, perché è essenziale

La Quality Assurance (QA), è il processo che si occupa di garantire la qualità dello sviluppo, che non si limita solo a trovare bug. Significa garantire che il software sia davvero utilizzabile, intuitivo e coerente con le esigenze del cliente e dell’utente finale. Non basta che “funzioni”: deve essere pratico, immediato e pensato dal punto di vista dell’utente finale.
Un esempio semplice: se per compilare un referto un medico deve fare trenta click, anche senza bug siamo di fronte a un problema di usabilità. E il QA serve proprio a intercettare queste criticità prima che arrivino al cliente.
Il software tester verifica che un’evolutiva funzioni correttamente. Il QA va oltre: guarda al contesto, si chiede chi userà quella funzione, con quale obiettivo e se l’esperienza complessiva sia fluida e coerente. È, di fatto, l’ultimo custode della qualità prima che un software arrivi in produzione.
Come si inserisce nel ciclo di sviluppo?
Il Quality Assurance interviene in più fasi:
- dopo lo sviluppo, con test approfonditi per verificare che le nuove funzionalità siano pronte per la produzione;
- in fase di analisi, perché spesso è chi testa ad avere la visione più completa del software;
- dopo il rilascio, con i cosiddetti test post-deploy, per assicurarsi che in produzione tutto funzioni davvero.
Il QA non si limita a dire “non funziona”, ma può proporre soluzioni o miglioramenti. Spesso individua piccoli accorgimenti che migliorano notevolmente l’esperienza, come spostare un pulsante o aggiungere un tooltip.
In molti progetti il QA dialoga direttamente con il cliente, mostrando le nuove funzionalità e raccogliendo feedback immediati. Questo crea un confronto continuo che migliora il prodotto e riduce i rischi.
Attività quotidiane e strumenti
Il lavoro del QA si svolge in stretta collaborazione con sviluppatori e project manager. Ogni giorno arrivano nuove evolutive o lavorazioni: si analizzano i criteri di accettazione, si collaudano le funzionalità e si verificano i possibili impatti sull’intero sistema.
Gli strumenti principali sono Jira per la gestione delle attività, Postman per testare le API, SQL Developer e DBeaver per il database, fino ai framework per test automatici come Selenium/Selenide. Su alcuni progetti sono introdotti anche test di sicurezza con OWASP ZAP, per monitorare eventuali vulnerabilità.
Manuale o automatico?
La maggior parte dei test resta manuale, soprattutto quelli funzionali, ma i test automatici stanno crescendo. Permettono di velocizzare i controlli più ripetitivi e di garantire maggiore copertura in meno tempo, lasciando spazio al QA per analisi più approfondite.
Prodotto o progetto?
Le differenze principali emergono nel tipo di test:
- nei progetti custom, i test vengono adattati agli ambienti e ai browser specifici del cliente;
- nei prodotti (usati da più clienti), l’attenzione si amplia a contesti e dispositivi diversi, inclusi smartphone e tablet.
Un tema sempre più rilevante è anche l’accessibilità: testare che un’applicazione sia fruibile anche da utenti con disabilità, come previsto dal nuovo Accessibility Act.
Collaborazione e valore aggiunto
Il dialogo principale avviene con sviluppatori e project manager, ma anche con i team di customer support e, in alcuni casi, con il team UX-UI. Il valore aggiunto è avere uno sguardo esterno e neutro, capace di cogliere problemi che spesso sfuggono a chi ha scritto il codice.
Rispetto ad altre realtà, in Dilaxia il QA non si limita a segnalare errori: propone soluzioni, suggerisce miglioramenti e si inserisce nel dialogo con tutte le figure del progetto. In questo modo diventa un vero alleato del cliente.
Che valore porta il QA ai clienti? Un esempio concreto
In molti progetti seguiti dal nostro team QA non abbiamo ricevuto segnalazioni di bug dopo la messa in produzione. Quando il Quality Assurance è ben integrato e ha lo spazio per lavorare, la qualità cresce notevolmente e i clienti hanno software affidabili.
Un esempio? Durante i test di integrazione tra un software di cliente e uno dei nostri prodotti, il QA si era accorto che un aggiornamento aveva interrotto alcune API. Se non individuato, il problema avrebbe bloccato la sincronizzazione notturna dei dati, generando centinaia di errori. Grazie all’intervento tempestivo, il bug è stato corretto prima del rilascio e il cliente non ha avuto alcun impatto nel suo lavoro.
Il Quality Assurance non è quindi un semplice “controllore di bug”, ma il primo alleato del cliente. Lavora dietro le quinte per garantire che il software non solo funzioni, ma sia davvero affidabile, intuitivo e pronto all’uso. È l’ultima barriera prima della produzione, quella che assicura qualità e continuità.
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