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Software per le PA: tutte le possibilità per migliorare gli uffici e non solo

Gli obiettivi della Pubblica Amministrazione in fatto di trasformazione digitale sono notoriamente molto sfidanti.
Nonostante, da una parte, il PNRR abbia stanziato 6,14 miliardi di Euro per l’acquisto di soluzioni hardware e software per la PA e, dall’altra, l’offerta sul mercato sia molto ampia, gli enti fanno ancora fatica a scegliere i prodotti più adeguati al miglioramento della propria operatività.
Perché?

Va detto, innanzitutto, che gli investimenti relativi alla Missione 1 - Digitalizzazione della PA - devono essere indirizzati verso progetti capaci di soddisfare due ordini di requisiti: 

  • presentare le caratteristiche tecniche richieste dal Piano Nazionale; 
  • armonizzarsi con le disposizioni del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) e da tutte le altre norme e linee guida pubblicate.

A fare il punto nella giungla delle normative, è arrivato il Piano Triennale AgID per l’informatica nella Pubblica Amministrazione per il 2021-2023. Il documento, infatti, è una vera e propria sintesi ragionata di tutte le disposizioni attualmente in vigore ed è considerato una bussola per orientare le azioni e il procurement della PA.

Il Piano Triennale 2021-2023 chiede esplicitamente di mettere a fattore comune i software PA sviluppati dalle diverse amministrazioni, in accordo con il Regolamento Europeo UE 2018/1724 (Single Digital Gateway).

Software per la PA: condividerli è un obbligo, non un’opzione

Massimizzare il riuso del software PA è uno dei precetti del CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale - art. 18-bis “Violazione degli obblighi di transizione digitale”), elemento successivamente ripreso dal Piano Triennale 2021-2023.

La buona pratica del riuso del software PA, nient’affatto opzionale quindi, consentirà alla Pubblica Amministrazione di attuare la collaborazione necessaria per ridurre la frammentazione dei servizi, secondo il principio “once only”.

Il tema del riuso del software PA non dovrebbe essere inteso solo come obbligo normativo: per gli enti, rappresenta anche un’occasione di risparmio, nonché di riduzione del rischio di lock-in.

Riassumendo, per gli investimenti relativi alla Missione 1 del PNRR, la PA deve prediligere l’utilizzo di software con codice aperto e, nel caso di software sviluppato per proprio conto, rendere disponibile il codice sorgente attraverso il vasto catalogo Developers Italia, creato dal Dipartimento per la Trasformazione digitale. 

La sezione del sito Developers Italia dedicata ai software sviluppati per conto della PA e messi a riuso, è frutto dell’importante fenomeno di partenariato tra amministrazioni pubbliche e aziende private. Dilaxia ha all’attivo questa esperienza, fatta con la USL di Bologna.
Difatti, l’azienda ha partecipato allo sviluppo di un software, oggi (maggio 2023) a riuso gratuito in nove amministrazioni italiane: si tratta di Babel, presente nel catalogo Developers Italia.

Babel abilita la perfetta gestione compliant dell'archivio digitale e la gestione documentale corrente

Perché scegliere Babel

Babel permette di gestire protocolli, determine, delibere e PEC nella maniera più efficiente, veloce e semplice.
Ogni attività è visualizzata e può essere gestita da un’unica Scrivania Virtuale, progettata secondo i più alti livelli di usabilità e accessibilità.

Il software è in Cloud, è integrabile e personalizzabile; Dilaxia aiuta ad implementarlo e manutenerlo, concretizzando quel supporto e quel trasferimento di competenze che costituiscono l’anima del partenariato pubblico/privato a cui si dovrà la completa trasformazione digitale del Paese.

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